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Il gattopardo

Incontri estate 2011 a La Nave della Sila ore 17.00 – ingresso libero – 150 anni di Italia – quattro capolavori del cinema italiano
Regia di Luchino Visconti con Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon, Paolo Stoppa, Italia 1963,
Il Gattopardo tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, vincitore della Palma d’oro come miglior film al 16º Festival di Cannes è il secondo affresco storico del Regista dopo quel Grandioso Pamphlet Socialista che fu “Senso”, dieci anni prima. e che indubbiamente gli è superiore. A differenza del romanzo di Tomaso di Lampedusa, il film fu un fiasco ai botteghini, ed era privo proprio del grande realismo sociale di “Senso” riletto come un’opera letteraria di Roth.
Tuttavia, il film mantiene un suo particolare fascino nella commistione tra Cinema e Letteratura, o anche nella commistione di generi, cosa inusuale per Visconti, come nella sequenza del lungo dialogo tra Don Fabrizio e Don Ciccio, che sembra rievocare il climax di un western Fordiano.
E proprio il film è o puo’ essere attuale a seconda di come viene letto il romanzo omonimo.
La figura del protagonista del film si ispira a quella del bisnonno dell’autore del libro, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa che fu un importante astronomo e che nella finzione letteraria diventa il Principe Fabrizio Salina, e della sua famiglia tra il 1860 e il 1910, in Sicilia (a Palermo e nel feudo agrigentino di Donnafugata / Palma di Montechiaro).

Senso

Incontri estate 2011 a La Nave della Sila ore 17.00 – ingresso libero – 150 anni di Italia – quattro capolavori del cinema italiano
Regia, Luchino Visconti, aiuto registi Francesco Rosi e Franco Zeffirelli, con Massimo Girotti, Alida Valli, Rina Morelli, Italia 1954
Senso è sicuramente un capolavoro, ma anche uno di quei film che hanno segnato il dopoguerra e che hanno scatenato polemiche a non finire, almeno da quando fu presentato a Venezia nel 1954, insieme al Fellini di La strada, e non vinse quel Leone d’oro che in tanti volevano assolutamente che gli fosse attribuito. Al centro della lettura che Visconti fa del racconto di Boito a cui si è ispirato, c’è il ruolo dell’aristocrazia nel nostro Risorgimento. Visconti voleva mettere in scena proprio il «tradimento » delle classi nobili di fronte ai bisogni del popolo italiano: per il Pci e i suoi intellettuali era una verità incontestabile, per i partiti e gli intellettuali di governo era una tesi inaccettabile. Da cui polemiche, liti, interventi censori, che costrinsero Visconti a tagliare molte scene, e lunghi articoli sui giornali.

1860

Incontri estate 2011 a La Nave della Sila ore 17.00 – ingresso libero – 150 anni di Italia – quattro capolavori del cinema italiano
Regia, Alessandro Blasetti che ne ha curato anche la sceneggiatura con Emilio Cecchi e Guido Mazzucchi autore del racconto d’origine, Italia 1934
1860 è una delle opere più importanti di Blasetti, quasi unanimemente giudicata il suo capolavoro, considerato fra i film antesignani e anticipatori del neorealismo. Un film che affronta il Risorgimento da un punto di vista inedito, quello dei contadini siciliani, proponendo quindi un’interpretazione populista, allo scopo evidente di superare diffidenze nei riguardi di un processo considerato anche in ambito fascista prevalentemente élitario e “borghese”. È chiaro che tale interpretazione ha il solo scopo di poter stabilire una continuità tra fermenti “rivoluzionari” risorgimentali e “rivoluzione” fascista (continuità esplicitamente decantata nel finale). Ciò non impedisce, tuttavia, a Blasetti di utilizzare il tema storico per la riscoperta di un paesaggio geografico e umano intriso di umori fortemente popolareschi e dialettali e reso con un realismo spoglio e efficace. L’impronta realistica del film di Blasetti era tanto forte e efficace che, nonostante il finale che univa in un abbraccio ideale camicie rosse garibaldine e camicie nere fasciste (finale fatto comunque sparire nelle copie in circolazione nel dopoguerra), esso continuò ad essere apprezzato anche dopo la caduta del fascismo come esempio di epica nazional-popolare, ricca di anticipazioni del neorealismo cinematografico.

la stampa dell’emigrazione

Incontri estate 2010 a La Nave della Sila ore 17.00 – ingresso libero – le giornate dell’emigrazione
Presentazione del volume di Pantaleone Sergi, Stampa Migrante, Giornali della diaspora italiana e dell’immigrazione in Italia, Rubbettino, 2010 La stampa etnica ebbe il suo massimo splendore all’apice della presenza italiana nei singoli paesi di emigrazione. Fogli di ogni tipo, periodicità e orientamento, dall’Ottocento in poi sono apparsi laddove le navi conducevano ogni settimana migliaia di disperati partiti in cerca di una nuova vita e di una patria di adozione. Anche gli immigrati in Italia hanno dato vita a una loro stampa. In questo volume viene condotta un’indagine “a specchio”, che può aprire nuovi spunti e inediti scenari di analisi per la storiografia sui movimenti migratori di massa, tra le pagine ingiallite dei periodici dell’emigrazione italiana e quelle fresche dell’inchiostro dell’immigrazione in Italia. Con l’autore, docente di Storia del Giornalismo all’Università della Calabria, intervengono
DANIELE GAMBARARA, ordinario di filosofia del linguaggio all’Università della Calabria, GIUSEPPE MASI, direttore dell’Isitituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea.

Segue proiezione del documentario tratto da che tempo che fa del 20 maggio 2009
Erri De Luca al cimitero di Lampedusa racconta l’immigrazione di ieri e di oggi.

partenze senza ritorno

Incontri estate 2010 a La Nave della Sila ore 17.00 – ingresso libero – le giornate dell’emigrazione
Questo incontro è dedicato a tutti coloro che hanno vissuto la sofferenza della partenza e del distacco. L’occasione ci viene data, dalla celebrazione, ad un anno esatto dalla scomparsa, di Anna Monte di Frascineto, insignita dell’Onorificenza di Cavaliere al Merito dell’Ordine della Repubblica Italiana, conferitale dal Presidente della Repubblica e consegnata dal prefetto di Cosenza il 2 giugno 2009.
Gli eredi, Tommaso, Salvatore e Andrea Ferrari hanno voluto donare l’Onorificenza al Museo La Nave della Sila, perché, con il suo ricordo ed esempio, possa dare voce al dolore di tutte quelle mogli e madri che hanno vissuto con estrema sofferenza e difficoltà di ogni genere, la triste epopea dell’emigrazione.
In questa occasione vogliamo anche ricordare i drammatici movimenti migratori delle genti partite da San Giovanni in Fiore raccontate nel libro di Vincenzo Gentile, La Calabria strappata, l’emigrazione transoceanica dal sogno americano all’incubo di Monongah, LibrAre, 2009 Introduce VITTORIO CAPPELLI,docente di storia contemporanea, Università della Calabria. Intervengono: TOMMASO FERRARI e VINCENZO GENTILE Conclude: il presidente della Provincia di Cosenza, MARIO OLIVERIO

Lamerica di Gianni Amelio

incontri estate 2007 – rassegna di film sul tema dell’emigrazione

Lamerica di Gianni Amelio

Italia, 1994, regia:Gianni Amelio, con Michele Placido ed Enrico Lo Verso

Miglior film agli European Film Awards 1994 -Nastro d’argento 1995 per la miglior regia e fotografia – David di Donatello1995 per il miglior direttore della Fotografia (Luca Bigazzi), Musica (Franco Piersanti), Miglior fonico di presa diretta (Alessanro Zanon)

Lamerica è certamente il film più ambizioso e denso di significati diretto dal regista calabrese. Un’opera di amplissimo respiro dove l’autore raconta il passato ed il presente di ciò che era divenuta nel corso del tempo la società italiana, osservandola attraverso la lente deformante di un paese vicino, quell’Albania il cui popolo al tempo vedeva l’Italia come Eden di benessere e prosperità da raggiungere ad ogni costo.

Il cammino della speranza

incontri estate 2006 rassegna di film sul tema dell’emigrazione

Sacco e Vanzetti

rassegna di film sul tema dell’emigrazione
Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo, 1971

Interpreti Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla, musiche di Ennio Morricone con testi di Joan Baez

Arrivarono entrambi negli USA nel 1908 senza conoscersi tra loro. Sacco aveva diciassette anni e Vanzetti venti.

«Mai, vivendo l’intera esistenza avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini. » (Bartolomeo Vanzetti, alla giuria che lo condannò alla pena di morte)

« Sì, Dante mio, essi potranno ben crocifiggere i nostri corpi come già fanno da sette anni, ma essi non potranno mai distruggere le nostre idee, che rimarranno ancora più belle per le future generazioni a venire. »(Nicola Sacco, al figlio Dante – 1927)

Emigrantes

incontri estate 2006 – rassegna di film sul tema dell’emigrazione
Emigrantes, 1948, di Aldo fabrizi, con Aldo fabrizi e Ave Ninchi
E’ il debutto da regista di Aldo Fabrizi che nel film cura anche la sceneggiatura. Seppure in pieno realismo, il regista riduce al lumicino gli elementi realistici del dramma. Esalta il nuovo mondo. La speranza dell’inizio al di là dell’oceano. Comincia a delinearsi, già dal suo primo lavoro, quella commistione di riso e pianto, propria delle sue opere cinematografiche.

Rocco e i suoi fratelli

rassegna di film sul tema dell’emigrazione
Rocco e i suoi fratelli, di Luchino Visconti, 1960

Interpreti Alain Delon, Renato Salvatori, Annie Girardot

Premio speciale della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia, il film fu vittima degli strali dei politicie delle forbici della censura fino a quando Visconti non riuscì ad averla vinta in tribunale, sei anni dopo. Un vero e propio attacco frontale all’establishment sia per la violenza di certe immagini sia soprattutto per i problemi umani e sociali che affronta. Elencando, infatti, i temi che questo film tocca chiaro è il motivo del fiume di polemiche che ne scatenò in Italia la proiezione: questione meridionale in primis, nel suo carattere di disgregazione sociale, di mercato di sfruttamento di tipo coloniale da parte della classe dirigente del Nord, ma specialmente intesa come questione centrale dell’unità del nostro paese; conseguente a questo è il tema dell’inurbamento e dell’emigrazione interna come elemento di disgregazione sociale e della non fruibilità da parte di quella fetta di penisola del “miracolo economico italiano”