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Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.

l’orda di gian antonio stella

Noi dobbiamo a questo spettacolo la nascita de La Nave e, a distanza di quasi dieci anni, vogliamo ricordarlo e condividerlo con quanti non l’hanno mai visto prima, con la proiezione del video della manifestazione a Napoli in occasione del Concorso per le scuole “I viaggi del riscatto” . L’Orda è stato un bestseller da… Continua a leggere l’orda di gian antonio stella

un emigrante calabrese di successo

Proiezione del film Marina, sulla storia di Rocco Granata, presentato in anteprima al Festival di Montreal per la regia di Stijn Coninx con Matteo Simoni, Evelien Bosmans, Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro, Chris Van Den Durpel, Warre Borgmans e Cristian Campagna. Presentato al Festival di Roma 2013. Ambientato nel 1948,  parte da un paesino della… Continua a leggere un emigrante calabrese di successo

Mare chiuso

Incontri nel Parco Old Calabria Estate 2013 In omaggio alla nuova sezione del museo dedicata ai migranti del XXI secolo
Un film di Andrea Segre, Stefano Liberti con Ermias Berhane, Omer Ibrahim, Roman Amore, Jemal Mohammed Omer un documentario sui respingimenti italiani dei migranti in arrivo dalla Libia, premio Vittorio De Seta 2012 per il miglior documentario.

Tra il maggio 2009 e il 2010 diverse centinaia di migranti africani sono stati intercettati nel canale di Sicilia e respinti in Libia dalla marina militare e dalla guardia di finanza italiana; in seguito agli accordi tra Gheddafi e Berlusconi tutte le barche dei migranti venivano sistematicamente ricondotte in territorio libico, dove non esisteva alcun diritto di protezione e la polizia esercitava indisturbata varie forme di abusi e di violenze. Migliaia di migranti africani sono scappati e tra questi anche profughi etiopi, eritrei e somali che erano stati precedentemente vittime dei respingimenti italiani e che si sono rifugiati nel campo UNHCR di Shousha in Tunisia, dove i due registi li hanno incontrati.Nel documentario sono loro a raccontare in prima persona cosa vuol dire essere respinti; sono loro a descrivere esattamente cosa è accaduto su quelle navi. Delle testimonianze dirette che ancora mancavano e che mettono in luce le violenze e le violazioni ai danni di persone indifese, innocenti e in cerca di protezione. Una strategia politica per le quali l’Italia è stata recentemente condannata dalla Corte Europea per i Diritti Umani in seguito ad un processo storico il cui svolgimento fa da cornice alle storie narrate nel documentario.

1991 il grande esodo degli albanesi

Incontri nel Parco Old Calabria Estate 2013 In omaggio alla nuova sezione del museo dedicata ai migranti del XXI secolo
Proiezione del film documentario ANIJA (La Nave) di Roland Sejko, presentato in anteprima al Torino Film Festival del 2012, Premio David di Donatello 2013,racconta la storia delle navi della speranza che partirono nel corso del 1991 dalle coste albanesi verso l’ItaliaAll’orizzonte della costa adriatica dell’Italia meridionale fecero la loro apparizione fantasmagorica alcune navi che con il loro carico umano hanno segnato l’inizio di quello che sarebbe stato chiamato “l’esodo degli albanesi”. Chi erano quelli sulle navi? Da che paese partivano? E dove sono oggi, 20 anni dopo? A differenza di altri documentari che si sono occupati del tema concentrandosi sull’approdo nei porti italiani, questo si focalizza soprattutto sulla partenza delle navi, cercando di approfondire le ragioni della fuga, e raccontando per la prima volta “l’arrembaggio” delle imbarcazioni. Materiali assolutamente inediti, foto e filmati di repertorio documentano inoltre gli anni oppressivi del regime comunista finito come gli altri dell’Europa orientale dopo la caduta del muro di Berlino. Roland Sejko nel 1991 fugge dall’Albania a bordo di una delle navi del grande esodo per stabilirsi a Roma dove, dal 1995, lavora presso l’Archivio Storico dell’Istituto Luce.
Con L’AUTORE intervengono: l’ambasciatore MARIO BOVA, ALDO MARINO, sindaco di Vaccarizzo Albanese e membro dell’Associazione “Occhio Blu”.

Inaugurazione della sezione dedicata all’immigrazione

A otto anni dall’inaugurazione del Museo narrante dell’emigrazione, oggi inauguriamo la nuova sezione dedicata all’immigrazione, un atto dovuto in questa regione che, da terra di emigrazione, sta rivivendo la drammatica esperienza al contrario e diviene terra di accoglienza e di immigrazione.
L’arrivo della Vlora al porto di Bari l’8 agosto 1991 segna per il nostro paese l’inizio di una nuova e dolorosa storia che raccontiamo in un container per ricordare i tragici viaggi, attraverso il mare e il deserto, cui sono sottoposti i migranti di questo ventesimo secolo, spesso in fuga da drammi sofferti nei paesi di origine.La voce di Erri De Luca dal suo Cimitero di Lampedusa, ci introduce in questo percorso di otto minuti di immagini e storie tratte da documentari di Andrea Segre, dell’Archivio Memorie Migranti e della Guardia Costiera, a cui va la nostra gratitudine.Sono intervenuti: MARIO CALIGIURI, Assessore alla cultura della Regione Calabria, GIAN ANTONIO STELLA, scrittore e editorialista Corriere della Sera, VITO TETI, Unical, MIRELLA STAMPA BARRACCO, Fondazione Napoli Novantanove.

Terraferma

incontri estate 2012 a La Nave della Sila ore 17.00 – ingresso libero
Regia: Emanuele Crialese, con Antonella Finocchiaro e Beppe Fiorello. Premio speciale della giuria alla Mostra cinematografica di Venezia 2011. Cinque anni dopo Nuovomondo, grazie al quale ha vinto il Leone d’Argento/Rivelazione durante il Festival di Venezia, Emanuele Crialese torna alla regia per Terraferma presentato in Concorso alla 68° Mostra internazionale d’Arte cinematografica. Scritto insieme a Vittorio Moroni, Crialese ha definito il suo nuovo lavoro ‘un dramma simbolico, sul conflitto tra turismo e integrazione osservato attraverso il prisma delle mutazioni antropologiche’. Il titolo, suggerisce il senso della meta, del miraggio dei naviganti, e che allude però alla natura salda dell’Isola, ancorata a tradizioni e valori fuori dal tempo. E’ un sottile fil rouge quello del mare e delle tradizioni dei pescatori, quello che collega la produzione di Crialese, da questo Terraferma, passando per Nuovomondo.

La’ bas, romanzo criminale a castelvolturno.

incontri estate 2012 a La Nave della Sila ore 17.00 – ingresso libero
Un film di Guido Lombardi, con Kader Alassane, Moussa Mone, Esther Elisha, Billy Serigne Faye, Alassane Doulougou, Italia 2011 – Cinecittà Luce. Premio del pubblico “Kino” al miglior film alla Mostra cinematografica di Venezia 2011.In francese, là bas significa lì, laggiù e indica la distanza che ci separa da qualcosa. Per molti africani dall’Europa e dalle sue prospettive. Per il regista napoletano Guido Lombardi diviene un termine chiave con cui rovesciare l’ordinaria prospettiva sulla distanza che separa gli italiani dagli immigrati. Partendo dalla strage di Castelvolturno del settembre 2008, in cui il Clan dei Casalesi uccise sei giovani clandestini come atto deliberato di violenza razziale e monito sul controllo dei traffici illegali legati al territorio. Come negli episodi di Gomorra di Roberto Saviano, la sostanza dell’inchiesta e la prova del documento incontrano la forma della narrazione classica e la creazione di personaggi avvincenti e complessi con cui condividere i dissidi interiori e i dubbi morali, il respiro tragico e la redenzione finale. L’idea di restare ancorati al protagonista, Yssuf e di muoversi unicamente all’interno della comunità africana con cui si scontra e si confronta, permette così al film di farsi sguardo indagatore e analitico sulla quotidianità dell’immigrazione, senza diventare una lezione retorica sull’accoglienza e uno spot contro il razzismo.

Bronte

Incontri estate 2011 a La Nave della Sila ore 17.00 – ingresso libero – 150 anni di Italia – quattro capolavori del cinema italiano
Regia, Florestano Vancini, con Ivo Garrani e Mariano Rigillo, Italia 1972.
Bronte, cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato, Sicilia. Dopo lo sbarco dei Mille, nell’entroterra siciliano si erano accese molte speranze di riscatto sociale da parte soprattutto della media borghesia e delle classi meno abbienti. A Bronte, sulle pendici dell’Etna, la contrapposizione era forte fra la nobiltà latifondista rappresentata dalla britannica Ducea di Nelson, dalla proprietà terriera, dal clero locale e dalla società civile. Ispirato a Libertà, novella poco nota di G. Verga, basato su documenti d’epoca, scritto con N. Badalucco, F. Carpi e Leonardo Sciascia, Vancini affronta l’argomento con serietà e impegno, espone i fatti con secca, implacabile precisione e raggiunge in alcuni momenti un dolente afflato epico. Lucida lezione di controinformazione storica, duramente attaccato da destra perchè parlava male di Garibaldi, ma anche da sinistra perché troppo riformista, suscitò un ampio dibattito tra storici, intellettuali, politici.

Il gattopardo

Incontri estate 2011 a La Nave della Sila ore 17.00 – ingresso libero – 150 anni di Italia – quattro capolavori del cinema italiano
Regia di Luchino Visconti con Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon, Paolo Stoppa, Italia 1963,
Il Gattopardo tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, vincitore della Palma d’oro come miglior film al 16º Festival di Cannes è il secondo affresco storico del Regista dopo quel Grandioso Pamphlet Socialista che fu “Senso”, dieci anni prima. e che indubbiamente gli è superiore. A differenza del romanzo di Tomaso di Lampedusa, il film fu un fiasco ai botteghini, ed era privo proprio del grande realismo sociale di “Senso” riletto come un’opera letteraria di Roth.
Tuttavia, il film mantiene un suo particolare fascino nella commistione tra Cinema e Letteratura, o anche nella commistione di generi, cosa inusuale per Visconti, come nella sequenza del lungo dialogo tra Don Fabrizio e Don Ciccio, che sembra rievocare il climax di un western Fordiano.
E proprio il film è o puo’ essere attuale a seconda di come viene letto il romanzo omonimo.
La figura del protagonista del film si ispira a quella del bisnonno dell’autore del libro, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa che fu un importante astronomo e che nella finzione letteraria diventa il Principe Fabrizio Salina, e della sua famiglia tra il 1860 e il 1910, in Sicilia (a Palermo e nel feudo agrigentino di Donnafugata / Palma di Montechiaro).